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Nelle
opere alchemiche è molto facile imbattersi nelluso degli animali come simboli. Un
gruppo importante di questi sono gli uccelli. Essi dominano lelemento aria, anello
tra la realtà terrena e il regno dei cieli. Osservando il loro volo gli alchimisti
credettero di riconoscere quindi un legame tra il volo e lanimo delluomo la
cui vocazione è quella di tendere alla spiritualità.
Il simbolismo degli uccelli acquisì pertanto la funzione della mediazione tra il mondo
fisico e quello spirituale riflettendo ciò che lanimo umano tende a fare per
raggiungere la propria perfezione. Da qui il parallelo con i processi del lavoro alchemico
trasposizione mistica delle fasi attraverso cui luomo avrebbe raggiunto la
perfezione, ovvero, la riuscita dellesperimento di tramutazione in oro dei metalli
vili.
Nelle riproduzioni iconografiche come nei testi la sequenza delluso degli uccelli
corrispondeva alla sequenza delle operazioni svolte, nelle storte del laboratorio, dagli
alchimisti e iniziava con il Corvo seguito dal Cigno, dal Pavone, dal Pellicano per finire
con la Fenice. Nellincisione il Pavone è sostituito dal Dragone inizio della fase
centrale che si risolve con la purificazione dellanimo dominando gli aspetti
negativi dello stesso concludendo nella completa bellezza e splendore rappresentata dalla
molteplicità dei colori della coda del Pavone.
I processi fisici degli alchimisti risultavano essere un ciclo che prendeva vita da uno
stato di disfacimento della materia putrefazione o nigredo, per passare ad uno
stato di albedo o calcinazione, proseguendo attraverso una rapida iridescenza, una
distillazione a ricadere o «circolazione» e una finale «sublimazione».
Attorno alla struttura armillare della conoscenza alchemica un anello diviso in cinque
parti riporta le rappresentazioni di diversi animali. Partendo da sinistra guardando
lincisione ritroviamo il Corvo, il Cigno, il Dragone mercuriale o Basilisco, il
Pellicano e la Fenice.

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