. Universal Declaration of Human Responsibilities in Italian


DICHIARAZIONE UNIVERSALE DELLE RESPONSABILITÀ DELL’UOMO

Proposta dell’InterAction Council

1 settembre 1997



Commento introduttivo

È tempo di parlare delle responsabilità dell’uomo

     La globalizzazione dell’economia sul nostro pianeta ha per riscontro problemi mondiali e questi richiedono soluzioni anch’esse mondiali sulla base di idee, norme e valori rispettati da tutte le culture e società. Il riconoscimento dei diritti uguali ed inalienabili di tutti gli uomini richiede un fondamento di libertà, giustizia e pace, ma ciò richiede anche che i diritti e le responsabilità abbiano uguale importanza per stabilire una base etica tale che uomini e donne possano vivere pacificamente insieme e realizzare i loro potenziali. Un miglior ordine sociale sia nazionale sia internazionale non può essere realizzato solo attraverso leggi, norme e convenzioni, ma richiede un’etica mondiale. Le aspirazioni umane per il progresso possono solo essere realizzate attraverso regole e valori concordati ed applicati a tutti i popoli ed istituzioni in ogni tempo.

     Il prossimo anno si celebrerà il 50° anniversario della “Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo” adottata dalle Nazioni Unite. L’anniversario dovrebbe essere il momento migliore per far propria la “Dichiarazione Universale delle Responsabilità Dell’Uomo”, giusto complemento alla Dichiarazione dei Diritti Dell’Uomo per darle nuove sinergie ed aiutarla a costruire un mondo migliore.

     Questa stesura del documento sulle responsabilità dell’uomo cerca di bilanciare liberta con responsabilita e di promuovere una liberta basata sul coinvolgimento al posto di una liberta basata sull’indifferenza. Se un individuo o un governo cerca d’incrementare la liberta a spese di altri, un maggior numero di persone ne soffrira. Se gli esseri umani massimizzano la loro liberta saccheggiando le risorse naturali della terra, allora le generazioni future ne soffriranno.

     L’iniziativa di redigere una Dichiarazione Universale delle Responsabilita Dell’Uomo non è solo un modo per equiparare libertà con responsabilità, ma anche un mezzo per riconciliare ideologie, credi e opinioni politiche che, in passato, si sono mostrati in contrapposizione. La dichiarazione proposta evidenzia come l’esclusiva insistenza sui diritti può condurre a dispute e conflitti senza fine, come gruppi religiosi, preoccupati per la propria, libertà hanno il dovere di rispettare la libertà degli altri. La premessa base dovrebbe essere il mirare al maggiore accrescimento possibile della libertà, ma anche al piu completo senso di responsabilita che permettera alla libertà stessa di svilupparsi.

     L’InterAction Council lavora dal 1987 per redigere un corpo di norme per un’etica mondiale. Il suo lavoro si costruisce sulla saggezza dei capi religiosi e dei saggi che, attraverso gli anni, hanno messo in guardia come la libertà senza l’accettazione delle responsabilità può distruggere la libertà stessa, mentre li dove i diritti e le responsabilità sono bilanciati, la libertà si sviluppa ed un mondo migliore può essere creato.

     L’InterAction Council raccomanda la seguente stesura della Dichiarazione al vostro esame e supporto.

 

Dichiarazione Universale delle Responsabilità dell’Uomo

(Proposta dell’InterAction Council)

Preambolo

Considerando che il riconoscimento della dignità intrinseca e dell’uguale ed inalienabile diritto di tutti i membri del genere umano è il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo ed implica obblighi e responsabilità,

considerando che la sola insistenza sui diritti può generare conflitti, divisioni e dispute senza fine, e che l’ignorare la responsabilità degli uomini puo condurre all’illegalità ed al caos,

considerando che l’autorevolezza della legge e che la promozione dei diritti degli uomini dipendono dalla disponibilità degli uomini e delle donne ad agire con giustizia,

considerando che problemi mondiali richiedono soluzioni mondiali che possono solo essere conseguite attraverso idee, regole e valori rispettati da tutte le culture e da tutte le socioetiche,

considerando che ognuno, al meglio delle proprie conoscenze e possibilità, ha la responsabilità di promuovere un miglior ordine sociale, sia localmente sia globalmente. Tale obiettivo non può essere raggiunto solamente attraverso leggi, norme e convenzioni,

considerando che le aspirazioni dell’uomo per il progresso ed il miglioramento possono essere realizzate solo attraverso valori e norme concordati, da applicare a tutti gli uomini ed istituzioni in ogni tempo,

quindi,

L’Assemblea Generale

proclama

questa Dichiarazione Universale delle Responsabilità Dell’Uomo un riferimento comune a tutti i popoli ed a tutte le nazioni col fine che ogni individuo ed ogni organo della società, avendo questa dichiarazione costantemente presente, contribuisca al progresso delle comunità ed all’innalzamento di ogni suo membro. Noi, popolo del mondo rinnoviamo e rinforziamo l’impegno già proclamato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Dell’Uomo: la piena accettazione della dignità di tutti i popoli, della loro inalienabile libertà ed uguaglianza, e della loro reciproca solidarietà. La consapevolezza e l’accettazione di queste responsabilità dovrebbero essere insegnate e promosse in tutto il mondo.

 

Principi fondamentali per l’umanità

Articolo 1

Ogni persona, indipendentemente dal sesso, origine etnica, stato sociale, opinione politica, lingua, età, nazionalità o religione, ha la responsabilità di trattare ogni altra persona in modo umano.

Articolo 2

Nessuno dovrebbe prestare supporto di qualsiasi genere in modo inumano, mentre ognuno ha la responsabilità di operarsi a favore della dignità e dell’auto stima di tutti gli altri individui.

Articolo 3

Nessuno, né gruppo o organizzazione, né stato, né esercito o polizia può erigersi al di sopra del bene e del male, tutti sono sottoposti a norme etiche. Ognuno ha la responsabilità di promuovere il bene e di evitare il male in ogni atto.

Articolo 4

Ogni individuo, dotato di ragione e coscienza, deve far propria la responsabilità nei confronti dei singoli e di tutti, delle famiglie e delle comunità, delle razze, delle nazioni, e delle religioni con uno spirito di solidarietà: Non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te.

Non violenza e rispetto della vita

Articolo 5

Ogni persona ha la responsabilità di rispettare la vita. Nessuno ha il diritto di ferire, torturare o uccidere un altro essere umano. Ciò non esclude il diritto ad una giustificata autodifesa dei singoli individui o delle comunità.

Articolo 6

Le dispute tra stati, gruppi o individui dovrebbero essere risolte senza far ricorso alla violenza. Nessun governo dovrebbe tollerare o partecipare ad atti di genocidio o terrorismo, né dovrebbe abusare di donne, bambini o di qualsiasi altro civile utilizzandoli come strumenti di guerra. Ogni cittadino e pubblico ufficiale ha la responsabilità di agire in modo pacifico e non violento.

Articolo 7

Ogni persona è infinitamente preziosa e deve essere protetta incondizionatamente. Anche gli animali e l’ambiente naturale richiedono protezione. Ogni persona ha la responsabilità di proteggere l’aria, l’acqua ed il suolo per la protezione degli abitanti di oggi e delle future generazioni.

 

Giustizia e solidarieta

Articolo 8

Ogni persona ha la responsabilità di comportarsi con rettitudine, onestà, ed equità. Nessuna persona o gruppo dovrebbe appropriarsi o arbitrariamente spogliare qualsiasi altra persona o gruppo delle sue proprietà.

Articolo 9

Ognuno, provvisto dei mezzi necessari, ha la responsabilità di adoperarsi seriamente per combattere la povertà, la malnutrizione, l’ignoranza e le diseguaglianze. ognuno dovrebbe promuovere uno sviluppo efficace in tutto il mondo al fine di garantire dignita, liberta, sicurezza e giustizia per tutti.

Articolo 10

Ogni individuo ha la responsabilità di sviluppare le proprie capacità attraverso uno sforzo intelligente: ognuno dovrebbe avere pari opportunità per quanto riguarda l’istruzione ed un lavoro utile. Ognuno dovrebbe prestare aiuto ai bisognosi, agli svantaggiati, ai disabili ed alle vittime della discriminazione.

Articolo 11

Tutte le proprietà e le ricchezze devono essere usate in modo responsabile, secondo giustizia e per il progresso della razza umana. Il potere economico e politico non deve essere usato come strumento di dominio, ma a servizio della giustizia economica e dell’ordine sociale.

 

Sincerita e Tolleranza

Articolo 12

Ogni persona ha la responsabilità di parlare ed agire sinceramente. Nessuno, per quanto importante o potente, dovrebbe mentire. Il diritto alla privacy e la riservatezza personale o professionale deve essere rispettata. Nessuno è obbligato a dire tutta la verita ad ogni altra persona in ogni momento.

Articolo 13

Nessun politico, pubblico funzionario, capo d’impresa, scienziato, scrittore o artista è esente dalle regole etiche generali, né lo sono i medici, gli avocati o altri professionisti che hanno speciali doveri verso i loro clienti. Codici professionali o etici in generale dovrebbero riflettere la priorità di regole generali quali la sincerità e l’uguaglianza.

Articolo 14

La libertà dei mezzi di comunicazione d’informare il pubblico e di criticare le istituzioni sociali gli atti governativi, cosa essenziale per una giusta società, deve essere usata con responsabilità e discrezione. Questa libertà comporta una speciale responsabilità nel fornire informazioni accurate e vere. Servizi giornalistici sensazionali che denigrano la persona o la dignità umana devono essere sempre evitati.

Articolo 15

Mentre la libertà religiosa deve essere garantita, i rappresentanti delle religioni devono avere speciale responsabilità nell’evitare espressioni di pregiudizio e atti di discriminazione verso genti di diverso credo. Essi non dovrebbero incitare o legittimare odio, fanatismo e guerre religiose, ma dovrebbero promuovere la tolleranza ed il reciproco rispetto di tutti.

 

Mutuo rispetto ed Associazionismo

Articolo 16

Tutti gli uomini e tutte le donne hanno la responsabilità di mostrare rispetto reciproco e comprensione nelle rispettive forme d’associazione. Nessuno dovrebbe assoggettare un’altra persona allo sfruttamento od alla dipendenza sessuale. Piuttosto ciascun partner sessuale dovrebbe accettare la responsabilità di aver cura per il bene dell’altro.

Articolo 17

In ogni forma culturale e religiosa, il matrimonio richiede l’amore, la lealtà ed il perdono e dovrebbe avere l’obiettivo di garantire sicurezza e reciproco aiuto.

Articolo 18

Una diligente pianificazione familiare è responsabilità di ogni coppia. La relazione tra genitori e figli dovrebbe riflettere il reciproco amore, rispetto, apprezzamento e cura. Nessun genitore od altro adulto dovrebbe sfruttare, abusare o maltrattare i bambini.

 

Conclusioni

Articolo 19

Niente in questa Dichiarazione può essere interpretato in modo tale che qualsivoglia stato, gruppo o individuo possa aver diritto ad adoperarsi in una qualche attivita o ad eseguire atti rivolti alla soppressione di una qualunque responsabilità, diritto e liberta stabilita in questa Dichiarazione e nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948.

 

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DELLE RESPONSABILITÀ DELL’UOMO

Rapporto sulle conclusioni e sulle raccomandazioni emerse dalla riunione del
Gruppo di Esperti di Alto Livello, Vienna 20-22 aprile 1997.

Presidente Helmut Schmidt

È tempo di parlare delle responsabilita dell’uomo

     L’appello dell’InterAction Council per una Dichiarazione Universale delle Responsabilità dell’Uomo è appropriato. Sebbene tradizionalmente abbiamo parlato dei diritti dell’uomo, e certamente si sono fatti grossi passi nel riconoscimento e nella protezione internazionale da quando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è stata adottata dalle Nazioni Unite nel 1948, è tempo ora d’iniziare un altrettanto importante cammino per l’accettazione dei doveri e degli obblighi dell’uomo.

    Quest’enfasi sugli obblighi dell’uomo è necessaria per diverse ragioni. Certamente, quest’idea è nuova solo in alcune parti del mondo; molte società hanno concepito le relazioni umane in termini di obblighi piuttosto che di diritti. Ad esempio ciò è vero, in generale, per gran parte dell’oriente. Mentre in occidente tradizionalmente, almeno a partire dal razionalismo del XVII secolo, si sono enfatizzati i concetti di libertà e d’individualismo, in oriente, le nozioni di responsabilità e di collettività hanno prevalso. Il fatto che sia stata redatta una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo invece di una Dichiarazione Universale dei Doveri dell’Uomo indubbiamente riflette la base filosofica e culturale dei redattori del documento che, com’è noto, rappresentavano le potenze occidentali uscite vittoriose dalla seconda guerra mondiale.

     Il concetto degli obblighi dell’uomo è utile anche a bilanciare le nozioni di libertà e responsabilità; mentre i diritti sono più correlati con la libertà, gli obblighi sono collegati con la responsabilità. Malgrado questa distinzione, libertà e responsabilità sono interdipendenti. La responsabilità, quale qualità morale, serve quale verifica naturale e volontaria per la libertà. In ogni società, la liberta non può mai essere esercitata senza limiti. Quindi, di quanta maggiore libertà noi godiamo, di tanta maggiore responsabilità noi dobbiamo assumerci, sia verso gli altri sia verso noi stessi. Maggiori sono le attitudini che possediamo, maggiore è la responsabilità che abbiamo per svilupparle al massimo delle loro capacità. Noi dobbiamo abbandonare la libertà basata sull’indifferenza a favore di una libertà basata sul coinvolgimento.

     L’inverso è altrettanto vero: come noi sviluppiamo il nostro senso di responsabilità, così noi aumentiamo la nostra libertà interiore avendo fortificato il nostro carattere morale. Quando la liberta ci si presenta con diverse scelte d’azione, inclusa la possibilità di fare il bene o il male, una morale responsabile assicurerà il prevalere della prima.

     Purtroppo questa relazione tra libertà e responsabilità non è sempre chiaramente capita. Alcune ideologie hanno dato maggiore importanza al concetto della libertà individuale, mentre altre si sono concentrate sull’impegno incondizionato nei riguardi del gruppo sociale.

     Senza un giusto bilanciamento, una libertà senza limiti è altrettanto pericolosa quanto una responsabilità sociale imposta. Grandi ingiustizie sociali sono risultate da un’estrema libertà economica ed avidità capitalista, allo stesso tempo crudeli oppressioni delle libertà basilari sono state giustificate in nome dell’interesse sociale o degli ideali comunisti.

     Entrambi gli estremi sono indesiderabili. Al momento, con la scomparsa dei conflitti est-ovest e la fine della guerra fredda, il genere umano sembra più vicino al desiderato equilibrio tra libertà e responsabilità. Noi abbiamo lottato per la libertà e per i diritti. È ora tempo di promuovere la responsabilità e gli obblighi dell’uomo.

     Secondo il parere dell’InterAction Council, alla globalizzazione dell’economia mondiale fa riscontro la globalizzazione dei problemi del mondo. Poiché l’interdipendenza globale richiede che noi viviamo in armonia reciproca, gli esseri umani hanno bisogno di regole e restrizioni. L’etica offre i principi basilari che rende possibile una vita comune. Senza etica e senza auto restrizioni da essa derivanti, l’umanità ritornerebbe alla sopravvivenza del più forte. Il mondo ha bisogno di una base etica su cui erigersi.

     Riconoscendo questa necessità, l’InterAction Council ha iniziato la sua ricerca verso i principi di un’etica mondiale con un incontro di personalità spirituali e politiche nel marzo 1987 a Roma presso “La Civiltà Cattolica”. L’iniziativa fu presa da Takeo Fukuda, ex primo ministro giapponese e fondatore dell’InterAction Council nel 1983. Nel 1996 il Council ha invitato un gruppo d’esperti d’alto livello a redigere un rapporto sui principi etici mondiali. Il Council, nella sua riunione plenaria a Vancouver nel maggio 1996, ha accolto il rapporto di questo gruppo, composto da personalità religiose di diverse fedi e di esperti provenienti da tutto il mondo. Le conclusioni di questo rapporto “In Search of Global Ethical Standards” (“Alla ricerca di principi etici mondiali”) hanno dimostrato come le fedi mondiali abbiamo molto in comune ed il Council ha fatto propria la raccomandazione che nel 1998, in occasione del 50° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, le Nazioni Unite convochino una conferenza per prendere in considerazione una Dichiarazione degli Obblighi dell’Uomo a complemento del precedente cruciale lavoro sui diritti.

     L’iniziativa di redigere una Dichiarazione Universale delle Responsabilità dell’Uomo non è solo un mezzo per bilanciare libertà con responsabilità, ma anche un mezzo per riconciliare ideologie ed opinioni politiche nel passato considerate antagoniste. La premessa fondamentale quindi, dovrebbe essere che gli esseri umani meritano la più grossa quantità possibile di libertà, ma dovrebbero anche sviluppare il loro senso di responsabilità nel modo più completo possibile onde amministrare correttamente la loro libertà.

     Questa non è un’idea nuova. Attraverso i millenni profeti, santi e saggi hanno implorato l’umanità affinché assumesse le proprie responsabilita in modo serio. Nel nostro secolo, ad esempio, il Mahatma Gandhi ha predicato i sette peccati sociali:


1. Politica senza principi.

2. Commercio senza morale.

3. Benessere senza lavoro.

4. Istruzione senza forza interiore.

5. Scienza senza umanità.

6. Piacere senza coscienza.

7. Religione senza sacrificio.

     La globalizzazione tuttavia ha reso più pressante l’insegnamento di Gandhi e di altre guide nel campo dell’etica. La violenza sui nostri schermi televisivi è oggi trasmessa attraverso i satelliti in tutto il pianeta. La speculazione in mercati finanziari lontani può devastare comunità locali. La potenza di singoli magnati è oggi paragonabile a quella dei governi, ma contrariamente a quanto accade agli uomini politici eletti, il potere privato non risponde ad alcuno se non al proprio senso di responsabilita personale. Mai il mondo ha avuto piu bisogno di una dichiarazione delle responsabilità dell’uomo.

 

Dai Diritti agli Obblighi

     Poiché i diritti ed i doveri sono inseparabilmente legati, l’idea dei diritti dell’uomo ha senso solo se noi riconosciamo l’impegno di tutti gli individui a rispettarli. Indipendentemente dai valori di una particolare società, le relazioni umane sono universalmente basate sull’esistenza di diritti e doveri.

     Non c’è bisogno di un sistema complesso di etica per guidare l’azione umana. Vi è una vecchia regola che, se effettivamente seguita, può garantire le giuste relazioni umane: è la Regola d’Oro. Nella sua forma negativa la Regola d’Oro prescrive di non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te. La forma positiva implica un ruolo più attivo e solidale: Fai agli altri quello che vuoi che gli altri facciano a te.

     Tenendo a mente la Regola d’Oro la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo fornisce un punto di partenza ideale da cui considerare alcune dei principali obblighi necessario complemento a quei diritti.

  • Se noi abbiamo diritto alla vita, allora abbiamo l’obbligo di rispettare la vita.
  • Se abbiamo diritto alla libertà, allora abbiamo l’obbligo di rispettare la libertà altrui.
  • Se abbiamo diritto alla sicurezza, allora abbiamo l’obbligo di creare le condizioni affinché ogni uomo possa godere della sicurezza umana.
  • Se abbiamo il diritto di partecipare ai processi politici del nostro paese ed eleggere i nostri rappresentanti, allora abbiamo l’obbligo di partecipare e di adoperarci affinche i migliori rappresentanti vengano scelti.
  • Se abbiamo il diritto al lavoro in condizioni giuste e favorevoli per provvedere uno standard di vita decente per noi stessi e per le nostre famiglie, noi abbiamo anche l’obbligo di adoperarci al meglio delle nostre capacità
    .
  • Se abbiamo diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione, noi abbiamo anche l’obbligo di rispettare il pensiero o i principi religiosi degli altri.
  • Se abbiamo diritto all’istruzione, allora abbiamo l’obbligo di apprendere al massimo delle nostre capacità e, per quanto possibile, condividere le nostre conoscenze ed esperienze con altri.
  • Se abbiamo il diritto di beneficiare dei doni della terra, allora abbiamo l’obbligo di rispettare, di aver cura e di rinnovare la terra e le sue risorse naturali.

     Quali esseri umani, noi abbiamo un illimitato potenziale di auto appagamento. Quindi noi abbiamo l’obbligo di sviluppare al massimo le nostre capacità fisiche, emozionali, intellettuali e spirituali. L’importanza del concetto di responsabilita rivolto alle auto realizzazioni non può essere trascurato.

**********

     Il gruppo di esperti, convenuto a Vienna nell’aprile 1997, ha lavorato alla redazione di una dichiarazione delle responsabilità dell’uomo. Il risultato di questo lavoro è stato riassunto e condensato da tre consiglieri accademici; il prof. Thomas Axworthy, il prof. Kim Kyong-dong ed il prof. Hans Küng. Il prof. Küng ha fornito una prima utilissima stesura come punto di partenza per la discussione. Essi hanno fornito raccomandazioni a Helmut Schmidt, coordinatore della riunione, a Andries van Agt ed a Miguel de la Madrid.Oscar Arias, membro del Council, che non ha potuto essere presente, ha fornito un suo sostanzioso e bene accolto lavoro.

     I risultati di questo lavoro sono contenuti nella proposta per le Nazioni Unite dal titolo “Dichiarazione Universale delle Responsabilità dell’Uomo”. Il gruppo fornisce con piacere questa versione all’InterAction Council ed a tutta la comunità degli esseri umani.

 

Elenco dei Partecipanti

Membri dell’InterAction Council

S. E. Helmut Schmidt
S. E. Andries van Agt
S. E. Miguel de la Madrid Hurtado

Consiglieri Accademici

Prof. Hans Küng, Università di Tubingen
Prof. Thomas Axworthy, Università di Harvard, Facoltà Aggiunta di Politiche Pubbliche
Prof. Kim Kyong-dong, Università Nazionale di Seul

Esperti di Alto Livello

S. Emin. Cardinale Franz König, Vienna, Austria
Prof. Hassan Hanafi, Università del Cairo
Dott. Ariyaratne, Presidente del Movimento Sarvodaya dello Sri Lanka
Reverendiss. James H. Ottley, osservatore della Chiesa Anglicana presso le Nazioni Unite
Dott. M. Aram, Presidente della Conferenza Mondiale sulla Religione e Pace (MP, India)
Dott.ssa Julia Ching, Rappresentante del Confucianesimo
Dott.ssa Anna Maria Aagaard, Consiglio Mondiale delle Chiese
Dott. Teri McLuhan, Scrittore
Prof. Yersu Kim, Direttore della Divisione di Filosofia ed Etica, UNESCO
Prof. Richard Rorty, Stanford Humanities Center
Prof. Peter Landesmann, Accademia delle Scienze Europee, Salisburgo
Ambasciatore Koji Watanabe, ex ambasciatore del Giappone in Russia

Giornalisti

Sig.ra Flora Lewis, International Herald Tribune
Sig. Woo Seung-yong, Munhwa Ilbo

Coordinatore del progetto (Segretariato IAC, Tokyo)

Sig.ra Keiko Atsumi

   

FIRMATARI DELLA DICHIARAZIONE

La Dichiarazione Universale delle Responsabilità dell’Uomo proposta porta le seguenti firme.

I. Membri dell’InterAction Council

Helmut Schmidt (Presidente onorario)

ex Cancelliere della Repubblica Federale di Germania

Malcom Fraser

ex Primo Ministro dell’Australia

Andries A. M. van Agt

ex Primo Ministro dell’Olanda

Amand Panyarachun

ex Primo Ministro della Tailandia

Oscar Arias Sanchez

ex Presidente del Costa Rica

Lord Callaghan of Cardiff

ex Primo Ministro del Regno Unito

Jimmy Carter

ex Presidente degli Stati Uniti

Miguel de la Madrid Hurtado

ex Presidente del Messico

Kurt Furgler

ex Presidente della Svizzera

Valery Giscard d’Estaing

ex Presidente della Francia

Felipe Gonzalez Marquez

ex Primo Ministro della Spagna

Mikhail S. Gorbachev

ex Capo del Soviet Supremo ed ex Presidente dell’U.R.S.S.

Selim Hoss

ex Primo Ministro del Libano

Kenneth Kaunda

ex Presidente dello Zambia

Lee Kuan Yew

ex Primo Ministro di Singapore

Kiichi Miyazawa

ex Primo Ministro del Giappone

Misael Pastrana Borrero

ex Presidente della Colombia (deceduto)

Shimon Peres

ex Primo Ministro d’Israele

Maria de Lourdes Pintasilgo

ex Primo Ministro del Portogallo

Jose Sarney

ex Presidente del Brasile

Shin Hyon Hwak

ex Primo Ministro della Repubblica della Corea

Kalevi Sorsa

ex Primo Ministro della Finlandia

Pierre Elliott Trudeau

ex Primo Ministro del Canada

Ola Ullsten

ex Primo Ministro della Svezia

Geroge Vassiliou

ex Presidente di Cipro

Franz Vranitzky

ex Presidente dell’Austria

 
II. Sostenitori

Ali Alatas, Ministro degli Esteri, Indonesia
Abdulaziz Al-Quarisani, ex Capo del SAMA
Lester Brown, Presidente, Worldwatch Institute
Andre Chouraqui, Professore, Israele
John B. Cobb Jr., Claremont School of Theology
Takako Doi, Presidente, Partito Socialista
Democratico Giapponese
Kan Kato, Presidente, Chiba University of Commerce
Henry A. Kissinger, ex Segretario di Stato U.S.A.
Teddy Kollek, Sindaco di Gerusalemme
William Laughlin, imprenditore statunitense
Chwasan Lee Kwang Jung, Head Dharma Master,
Won Buddhism
Federico Mayor, Direttore Generale UNESCO
Robert S. McNamara, ex Presidente della
Banca Mondiale
Rabbi dott. J. Magonet, Preside, Leo Baek College


Robert Muller, Rettore, Università della Pace
Konrad Raiser, Consiglio Mondiale delle Chiese
Jonathan Sachs, Rabbino Capo di Gran Bretagna
Seijuro Shiokawa, ex Ministro degli Interni,
dell’Educazione e dei Trasporti del Giappone
Rene Samuel Sirat, Rabbino Capo della Francia
Sir Sigmund Sternberg, Consiglio Internazionale dei
Cristiani e degli Ebrei
Masayoshi Takemura, ex Ministro delle Finanze
del Giappone
Gaston Thorn, ex Primo Ministro del Lussemburgo
Paul Volcker, Presidente, James D. Wolfenshon Inc.
Carl Friedrich v. Weizsäcker, Scienziato
Richard v. Weizsäcker, ex Presidente della Repubblica
Federale della  Germania
Mahmoud Zakzouk, Ministro della Religione, Egitto
Laura Marretta, Gallarate, Italia
Luca Marretta, Gallarate, Italia
III. Partecipanti (alla riunione preparatoria di Vienna del marzo 1996 e dell’aprile 1997) e
ospiti speciali (alla 15a Sessione Plenaria di Noordwijk del giugno 1997)
Hans Küng, Università di Tubingen
(consigliere accademico del progetto)
Thomas Axworthy, Fondazione CRB
(consigliere accademico del progetto)
Kim Kyong-dong, Università Nazionale di Seul
(consigliere accademico del progetto)
Cardinale Franz Koenig, Vienna, Austria
Anna-Marie Aagaard, Consiglio Mondiale delle Chiese
A. A. Mughram Al-Chamdi, Accademia di Re Fahad
M. Aram, Conferenza Mondiale delle Religioni e
della Pace,  (terminata in giugno)
A. T. Ariyaratne, Movimento Sarvodaya dello
Sri Lanka
Julia Ching, Università di Toronto
Hassan Hanafi, Università del Cairo
Nagaharu Hayabusa, Asahi Shimbun
Yersu Kim, Divisione di Filosofia ed Etica, UNESCO
Peter Landesmann, Accademia Europea delle Scienze
Lee Seung-Yun, ex Vice Primo Ministro e Ministro
della Pianificazione Economica della Repubblica
della Corea
Flora Lewis, International Herald Tribune
Liu Xiao-feng, Istituto degli Studi Sino-Cristiani
Teri McLuhan, scrittore canadese
Isamu Miyazaki, ex Ministro di Stato, Agenzia per
la Pianificazione Economica del Giappone
J. J. N. Rost Onnes, Vice Presidente Esecutivo,
Banca ABN AMRO
James Ottley, osservatore anglicano alle Nazioni Unite
Richard Rorty, Humanities Center di Stanford
L. M. Singhvi, Alto Commissario per l’India
Marjorie Hewitt Suchocki, Scuola di Teologia di
Claremont
Seiken Sugiura, Camera dei Rappresentanti, Giappone
Koji Watanabe, ex Ambasciatore del Giappone
in Russia
Woo Seong-yong, Munhwa Hbo
Wu Xuequian, Conferenza Politico-Consultiva del
Popolo, Cina
Alexander Yakovlev, ex Membro del Consiglio Presidenziale dell’Unione Sovietica



Translation into Italian by
Laura Marretta, scholar in Law at the “Università Cattolica del Sacro Cuore”, Milano; and
Luca Marretta, scholar in Engineering at the “Politecnico di Milano”, Milano.


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