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Il nome del nostro Ordine
deriva da Jacques De Molay, l'ultimo Gran Maestro
dell'Ordine dei Cavalieri Templari. Costoro, assieme
all'Ordine dei Cavalieri gli Ospitalieri, erano impegnati
in prima linea nelle Crociate ed avevano accumulato con
il passare dei secoli grandi ricchezze. Alla fine del
conflitto, i Templari trasferirono dall'Oriente queste
ricchezze ed attirarono su di se l'attenzione di Filippo
il Bello, Re di Francia. Costui, per impadronirsi dei beni dei Templari, decise di farli cadere in disgrazia e li accusò di eresia. Nel 1307, la persecuzione ebbe inizio; in tutta la Francia i Templari vennero arrestati ed imprigionati, mentre il loro Gran Maestro veniva portato di fronte ad un tribunale speciale dell'Inquisizione. Nel 1314, il processo farsa, basato su delazioni e false confessioni, ebbe inizio dopo che De Molay e gli altri cavalieri erano stati incarcerati per sette anni. Tutto il processo si basava su di una confessione "rilasciata" dal Gran Maestro, nella quale si dichiarava colpevole di tutti i capi d'accusa. De Molay negò di averla mai scritta, come fecero anche altri suoi compagni tra i quali Guido d'Auvergne, e per questo motivo venne condannato al rogo. La leggenda vuole che dal luogo del suo supplizio De Molay abbia lanciato una maledizione sia su Filippo il Bello che su Papa Clemente V; non si sa se ciò risponda a verità, fatto sta che sia l'avido re francese sia il pontefice morirono entro poco tempo. L'Ordine dei Templari venne quindi sciolto, ma non tutti i cavalieri morirono sul rogo. Alcuni confluirono in altri Ordini già esistenti come i Cavalieri Ospitalieri, altri formarono degli altri Ordini cavallereschi come accadde in Portogallo, altri ancora vennero protetti dai nobili del luogo e riuscirono a sfuggire ai persecutori come accadde in Scozia (alcuni storici addirittura pensano che ci fossero dei manipoli di Cavalieri Templari superstiti a combattere assieme a William Wallace durante la lotta per l'indipendenza degli Highlanders contro l'Inghilterra). Il nostro Ordine ha preso Jacques De Molay come modello per l'incrollabile fedeltà ai suoi ideali ed ai suoi compagni da lui dimostrata. Durante tutti quegli anni di prigionia e di torture, infatti, egli non rinnegò mai i principi del suo Ordine, non si fece corrompere dagli Inquisitori e non rivelò mai il nome dei suoi compagni sfuggiti alle grinfie dei persecutori. E' nel nome di questo grande martire della fedeltà e dell'amicizia che l'Ordine Internazionale del De Molay si propone come un'istituzione giovanile pronta a raccogliere le sfide del terzo millennio. |