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Albrecht
Dürer, Melencolia I, 1514, incisione al bulino,
particolare. Anche questa incisione, come I tre
filosofi di Giorgione, è stata oggetto di
controverse interpretazioni. Il numero primo romano non
indica in questo caso la prima di una serie, ma il primo
tipo dei «furori melanconici» descritti da Agrippa di
Nettesheim, l'autore del De occulta philosophia:
«Coloro nei quali l'immaginazione è più forte della
mente o della ragione, saranno magnifici artisti e
artigiani, come a esempio pittori e architetti...». Dei
quattro tradizionali temperamenti, la malinconia
corrisponde all'elemento terra, e ciò spiega anche
perché sia analoga della nigredo, la prima fase
dell'Ars Regia per eccellenza. Lo ricorda Dom Pernety nel
suo Dizionario del 1758: «Melancolia significa
putrefazione della Materia. Si è dato questo nome alla
materia al nero perché il color nero ha qualcosa di
triste e perché l'umore del corpo umano chiamato
mmelancolia è considerato come bile nera e cotta, che
causa vapori tristi e lugubri». L'incisione venne
realizzata per Massimiliano II, imperator cultore
d'alchimia. La Melancolia diviene così prototipo
iconografico in età moderna, potremmo dire, della
meditazione sulla misura e l'incommensurabile: il
compasso tra le mani, lo sguardo si leva verso
l'orizzonte illimitato. Ma non è da escludere che il
lavoro sulla pietra ridia vigore alle ali... |