- Ernst Jünger, Oltre
la linea, Milano 1989, Adelphi, p. 101.
- In realtà
presso i Pitagorici le virtù erano cinque. La
quinta era la philia, lamicizia.
- Dal plotinico nous,
che con difficoltà si tradusse nel latino mens,
mente, e con ancor più difficoltà
la nostra lingua traduce con
intelletto, dal tomista intellectus.
Il nous è in Plotino la Sapientia divina,
lintelligenza che tutto genera e pervade:
la binah dellalbero sefirotico. Ma
il termine nous appare già in Zosimo di
Panopoli.
- Al Ghazali, La
nicchia delle luci, Milano 1989, tea.
- John Dee, La
monade geroglifica, Anversa 1564.
- Non è questo
il momento per affrontare la questione
dellOrfismo, che coincide con il viatico
pitagoricoplatonico e ne rappresenta la
veste allegorica.
- Marco,
1, 8.
- 1 Giovanni,
1, 5.
- Giordano Bruno,
Le ombre delle idee, Milano 1988, Spirali.
Lorigine del pensiero bruniano è nelle Pitiche
di Pindaro citate a incipit, un Pindaro
tuttaltro che ignaro del compito
delleroe...
- «In verità,
in verità vi dico: se il grano di frumento
caduto nella terra non muore, rimane solo, se
invece è morto porta molto frutto», Giovanni
12, 24; «Stolto, ciò che tu semini non prende
vita se prima non muore
», 1 Corinzi,
15, 36 sgg.; «se il granello di frumento caduto
in terra non muore, resta solo; se invece muore,
fruttifica abbondantemente», Giovenale, 12, 23.
La correlazione con i misteri agrari, ed eleusini
in particolare, è evidente nel Vangelo di
Giovanni, lunico che si rivolga
esplicitamente ai Greci (cfr. 12, 20 sgg.), e per
i Greci è la «parabola» del seme. Altrettanto
nella lettera di Paolo, indirizzata ai Corinzî.
- Dionigi
Areopagita, Nomi divini, 4, 113-117: «La
Luce deriva dal Bene ed è immagine della
Bontà
ed è la misura, la durata, il
numero, lordine, la custodia, la causa e la
fine degli esseri».
- Dal latino
mens: mese.
- Zosimo di
Panopoli, Sulla virtù, 3, in Visioni e
risvegli, Milano 1988, Coliseum.
- Plotino, Enneadi,
V, 8
- Roberto
Grossatesta, La luce, in Metafisica
della luce, Milano 1986, Rusconi, p. 113. È
estremamente interessante che anche le
considerazioni di Roberto Grossatesta, relative
alla natura della luce, lo portino a sviluppare
unottica sostanzialmente pitagorica, e che
concluda il suo saggio sulla luce esaminando i
primi quattro numeri come qualità analoghe alla forma,
alla materia, alla composizione e al composto.
- Isaac Newton, Ottica,
1704, cit. in J. B. Doobs, The foundation in
the Newtons Alchemy, 1975, p. 88.
- Il suo più
grande e noto allievo, Ruggero Bacone, praticò
assiduamente lArs regia e ne scrisse.
- «LAdam
Luomo che sta al suo interno, cioè
luomo spirituale, ha sia un nome proprio
che un nome comune. Finora non sono riuscito a
conoscere il suo nome proprio. Il nome comune è
Phôs». Zosimo, Commentario
intorno alla lettera Omega, 10, in Visioni
e risvegli, cit. Della «fortezza», ovvero
della prova del fuoco, Zosimo scrive nel Commentario:
«Vivendo in questa conoscenza vedrai il Figlio
del dio trasformarsi in tutte le cose per le
anime consacrate, per trarle fuori dalla
regione della Fatalità e condurle
allincorporeità. Guardalo divenire ogni
cosa: poiché può tutto, diventa tutto ciò che
vuole e obbedisce al padre; penetrando attraverso
tutti i corpi, illuminando la mente di ciascuno,
gli dona slancio verso lalto, verso la
regione felice in cui si trovava prima di
divenire corporeo, poiché si pone al suo
séguito e viene attratto e guidato da quella
luce» (7).
- Termine che
deriva da pyr, fuoco.
- Corpus
Hermeticum, X, 18.
- Porfirio, Sentenze,
XXXVII.
- Corpus
Hermeticum, XIII.
- Corpus
Hermeticum, X.
- La fallibilità
dei sensi: vedi supra.
- Che è
sostanzialmente, nella tradizione pitagorico
platonica, la luce.
- Plotino, Enneadi,
V, 9, 1.
- Diogene
Laerzio, Pitagora, in Vite dei filosofi,
VIII 35: «Salute è persistenza della forma».
- Plotino, Enneadi,
V 8, 10, 520
- Thomas Sterne
Eliot, Quattro quartetti.
- Cfr. Porfirio, Vita
Pitagorica, 46.
- Giamblico, La
vita pitagorica, XXXII, 228.
- Versi aurei,
34, Bologna 1991, Atanòr.
- Paradiso,
28, 534.